[ Le FSE, Ferrovie del Sud-Est, stazione di Ceglie Messapico ]
Un vecchio con la moto sta per attraversare i binari, la vetturina scalpita incerta sulle rotaie e produce un soave suono come l'eco della campanella d'epoca che avvisa
ancora oggidì l'arrivo del treno.
Lontano '94, Domenica pommeriggio, momento di partenza, controluce, Nikon FE, solo selezione manuale, pelle d'oca
e un cuore che palpita già per la chiara vista in mente per quello che sarà trasformato in eterno ricordo ...
inginocchiandomi - ecco! i binari aurei - nascondo il sole dietro a un albero, chiudo gli occhi e immagino l'istante fermato infinitamente sulla foto.
Ho nascosto il sole dietro a un albero per fermare la mia
partenza e la mia mente aveva giá posto il vecchio lì dove
il mio flash l'avrebbe fermato. La ruggine è adesso oro
nella mia foto.
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[...] The world and its contents are in a certain sense twofold to the person of feeling and imagination. They will see with their eyes a tower, a landscape; they will hear with their ears the sound of a bell; and at the same time in their imagination they will see another tower, another landscape and hear another bell. Everything lovely and pleasing derives from this second order of things. That life is sad (and yet is commonly thus) that does not see or hear of feel anything but simple objects, the only ones they perceive by means of the eyes, the ears and the other senses.)
All'uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d'una campana; e nel tempo stesso coll'immaginazione vedrà un'altra torre, un'altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose. Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, e gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione.
[ G. Leopardi, Zibaldone, 1a Domenica dell'Avvento '28 ]
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